mercoledì 4 agosto 2010

SPECIALE FAMIGLIE - RICERCANDO LA GIUSTA FREQUENZA

Come può essere difficile nelle nostre famiglie, travolte dalla quotidianità, mettersi alla ricerca della frequenza giusta!
Eppure essere sintonizzati è condizione necessaria affinchè possa costruirsi quella comunicazione in grado di creare relazione.
Come genitori abbiamo la responsabilità di essere testimoni, per i nostri figli, di uno stile di relazione attento ai bisogni e alle diversità di ciascuno.
Guardando poi noi e le relazioni con le nostre famiglie di appartenenza, con i nostri amici, con i colleghi di lavoro, i ragazzi impareranno a loro volta a costruire relazioni.
Quando i nostri figli si abbandonano ai capricci, forse, è perché avvertono un disagio di relazione.
Dobbiamo prioritariamente imparare ad educare al dialogo improntato al rispetto reciproco, attenti a non confondere l'attività del parlare con quella del dialogare. Nelle nostre famiglie sperimentiamo tutti un livello di comunicazione funzionale alla gestione quotidiana delle attività familiari, ma più difficilmente viviamo momenti di dialogo, di riflessione, di confronto, per far crescere le relazioni tra noi coniugi e tra noi e i nostri figli.

RIFLETTIAMO:
- Qual é lo stile di relazione all'interno della nostra famiglia? Ciascuno ha la giusta valorizzazione rispetto all'età e ale esperienza, ciascuno ha spazi e tempi adeguati per un dialogo efficace?
- I nostri figli vedono noi genitori dialogare insieme?
- Quando nostro figlio parla con noi, ci fermiamo per ascoltarlo, oppure continuiamo a svolgere le nostre faccende, sicuramente necessarie, ma non prioritarie in quel momento?
- Ripercorrendo una "giornata tipo" della nostra famiglia, in quale momento la relazione, il dialogo e la comunicazione risultano "non sintonizzate"?
- Quali sono le interferenze maggiori che compromettono una comunicazione efficace?

13 commenti:

  1. Arduo il compito ke ci avete assegnato! Proviamo a sintonizzarci... qsto è qllo ke è uscito.
    Premesso ke riteniamo ke la relazione, così come la comunicazione, nn sono fatte SOLO d PAROLE - anke se qsto è il mezzo x eccellenza, indispensabile e insostituibile - la sintonizzazione perfetta nn è della ns figlia.
    Ci sforziamo, ciascuno di noi genitori, d essere testimoni credibili, d comunicare efficacemente, ma la sintonizzazione delle ns frequenze e anche qlla di ns figlia, nn sempre xmette la decodifica del messaggio.
    La ns vita frenetica, il tempo effettivo in cui siamo fisicamente insieme (due orette la sera a cavallo della cena), la stanchezza mentale, il desiderio di relax in cui nessuno venga a "romperti" dopo una giornata pesante, sono le maggiori interferenze. Sono le ns negligenze. Nn sempre riusciamo a vincerle.
    Ci sono momenti "speciali", particolarmente felici o tristi, in cui il filo rosso si fa più evidente ed è più facile comunicare xkè l'emozione aiuta a rendere più chiaro ciò ke si prova, ma la quotidianità è faticosa, la si dà a volte x scontata.
    E poi si deve VOLERE la comunicazione, voler aprire il proprio sè agli altri - a volte lo nascondiamo anche a noi stessi x comodo, paura, insicurezza, apatia... E' qsto soprattutto ke vorremmo per e con ns figlia: imparare ad aprirci con fiducia xkè come nello specchio ti riconosci, così nel confronto vero e autentico con gli altri puoi davvero scoprire chi sei, svelare a te e agli altri il tuo io più autentico.
    A&A

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  2. La premessa fondamentale per una famiglia oltre all'amore e al rispetto reciproco è la giusta valorizzazione dei componenti in base all'eta'.
    In questa societa' in cui ognuno di noi è sempre in corsa , fermarsi a volte sembra veramente impossibile.
    Io stessa spesso quando rientravo dal lavoro fin da quando mia figlia era piccola le dicevo"Elena un attimo debbo sintonizzarmi sulla tua frequenza",perche' dovevo smaltire per almeno 5 minuti il vissuto della giornata intensa di lavoro e solo cosi' riuscivo ad essere tutta per mia figlia.
    E' cosi' anche nella coppia ,spesso ognuno va per conto proprio è come vivere separati in casa,poi si arriva al limite e si cerca di recuperare almeno per quanto possibile.
    Spesso mia figlia per un periodo ci vedeva e sentiva litigare e questo ha portato periodi bui e molta insicurezza nella sua preadolescenza ; finche' ci siamo imposti di non litigare piu' di fronte a lei.
    Non erano litigi furibondi , ma quello che per noi puo' essere una semplice discussione con voce un po' alterata ,per un bambino,un preadolescente o adolescente puo' significare la fine di un rapporto e vivere l'accaduto come qualcosa di irreparabile.
    Mi rendo conto che non sempre ho ascoltato mia figlia nel modo e nei tempi giusti,ci provo pero' quotidianamente e cerco di essere attenta, di non essere troppo indiscreta e controllarla con la giusta distanza, se si rompe il filo della comunicazione una volta a questa eta' e' difficilissimo poi recuperarlo.
    Quello che devo e dobbiamo fare e' ascoltare i nostri figli anche per quello che a noi sembra banale , se ce lo riferiscono per loro non è banale.
    A questa eta' penso che anche noi genitori dobbiamo aprirci ai nostri figli senza sovraccaricarli dei nostri problemi , ma renderli partecipi e forse anche loro ci raccontano del loro vissuto.
    Io non tollero la benedetta TV accesa durante i pasti e questo e' sempre motivo di discussione con mio marito per cui arriviamo a compromessi a volte si tiene accesa altre volte no.
    L'importante è che i compromessi non siano troppi e che il filo della comunicazione anche se con qualche litigio non si spezzi mai.
    Caro Mirko quest'anno ci avete messo a dura prova con gli argomenti da riflettere, ti ringrazio di cuore per darci queste opportunita' da condividere con altri genitori e con i nostri figli.
    Ileana

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  3. Si è vero,trovare la "frequenza" giusta in famiglia non sempre è facile,ma non impossibile.
    A volte bisogna avere l'UMILTA'di fare un passo indietro per lasciare all'altro il giusto spazio e modo per esprimersi.
    Non sempre servono le parole, a volte (forse sempre)il CORPO parla più della lingua.
    Allora tutti i momenti della giornata sono buoni per mettersi seriamente in ASCOLTO.
    Se riusciamo veramente ad ascoltare nostro figlio non so,bisognerebbe chiedere conferma a lui,a noi sembra di metterci impegno.
    Certo è che abbiamo molta stima e fiducia in lui,speriamo che sia così anche da parte sua.

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  4. A voi tutti un ciao e un grazie per questa bella "scalata" che state/stiamo percorrendo insieme con l'unico obiettivo che è Cristo.Con la brezza dello Spirito Santo,(che a volte, vista la nostra sordità, diventa vento forte)arriveremo veramente in alto a toccare la cima vera!Quindi forza,non siamo soli in questo bellissimo compito educativo. La relazione è una parola che mi piace molto per la sua capacità di farci uscire dal nostro piccolo orticello per farci conoscere il mondo, quanto di meraviglioso l'Altro ha da dare! Il nostro primissimo altro è il carissimo Damiano che con la sua esuberanza, il suo congenito disordine(speriamo solo esteriore!), il suo dire tutto nel massimo del sintetico(pochi commenti e subito al sodo) mi interroga sul nostro modo di sintonizzarci...Il bello è che per lui "tutto va bene": "come è andata a scuola?"; "come va con gli amici?"; "e all'acr:cosa hai fatto?"....tutto ok! Si mamma!!!!Sintonizzarsi allora diventa un pò complesso...
    L'estate è il momento delle amicizie: benedette amicizie se sono vere, capaci di far crescere, significative, importanti! Allora esce, si ritrova spesso con gli amici e tra un giro in bici e una partita a pallone, nostro figlio entra in relazione con l'altro e siamo contenti. Magari noi adulti sapessimo relazionarci con tanto entusiasmo con i colleghi, i vicini, gli amici della parrocchia! Non ho una ricetta per la sintonia, ma mi viene in mente il racconto delle impronte sulla sabbia: le impronte dei nostri figli con le nostre a fianco e un'unica impronta quando le difficoltà sopraggiungono e poi...Affido nella preghiera la sua vita e così tante mie paure o interrogativi troeranno risposta!!!
    emanuela, mamma di Dami T.

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  5. Ciao e grazie per questo importante momento di condivisione!
    Ho sempre ritenuto il dialogo fondamentale.
    Il silenzio mi mette a disagio e mi preoccupa, perciò in famiglia trovo mille argomenti per catturare l'attenzione e aprire il dibattito.
    Sono cresciuta in una famiglia numerosa in cui le "PAROLE NON DETTE" sono state tante...troppe e i silenzi hanno generato con il tempo incomprensioni,rancori e lo sfacelo dei rapporti,per fortuna non tra i miei genitori e nemmeno tra me e loro, ma tutto ciò ha generato in me grandi insicurezze.
    Ogni giorno cerco di sintonizzarmi con chi amo e insegno a mia figlia a non rinunciare mai a cercare la giusta frequenza con le persone, perche' il confronto ci insegna,ci fa crescere, migliorare e ci rende consapevoli.
    E'importante ascoltare ,non solo sentire,per rispetto e interesse verso chi ti parla.
    Purtroppo non è tutto cosi facile e non è sempre possibile,soprattutto con mio marito che per impegni di lavoro è lontano da casa molto spesso.Io lavoro solo per brevi periodi in un anno.
    Quanto possiamo stare insieme, mia figlia assiste e partecipa a lunghe chiacchierate, a qualche sana litigata a 3, perchè, per fortuna il tempo delle urla isteriche e sterili è finito da tanto!Si matura,si cresce,si cambia e i nostri figli imparano,si spera,dai nostri errori.
    La televisione,ovviamente, non ci fa sintonizzare!!!!!!Quando l'argomento è serio,si spegne!!
    Le interferenze?.....uno squillo di telefono,il campanello che suona,l'orologio e..........
    si potrebbe parlare per ore!
    A DOMANI!

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  6. Ciao sono Rosa
    e' vero non e' facile trovare sempre la giusta frequenza con i nostri figli,ma dovremmo ascoltarLi di piu'...non portiamo dal preconcetto che ci debbano ascoltare per il semplice motivo che siamo i loro genitori ma perche'capiscono cosa gli stiamo dicendo.Io forse sono un'illusa ma mi piace parlare con mio figlio e mi piace quando lui si racconta,anche se ora sta entrando in un'eta' dove incominciano i piccoli segreti..ma e' giusto cosi'...l'importante e' che loro sappiano che noi ci siamo e faremo di tutto per sintonizzarci....
    Ciao a domani.

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  7. Lo stile di vita frenetico lascia poco spazio alla comunicazione in famiglia.Apeggiorare la situazione ci si mette la TV e il CELL !
    ricordo infatti con molto piacere le volte in cui, per qualche strano motivo, la TV è rimasta spenta nell'ora dei pasti: sentire raccontare da nostro figlio quello che ha fatto con tanta passione durante la giornata, accogliere uno sfogo, dare un consiglio, ridere insieme...sono momenti impagabili!
    valeria e primo

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  8. In merito alle riflessioni sulla ricerca della giusta frequenza mi verrebbe da rispondere si a tutte le domande,ma purtroppo la nostra famiglia non è quella del"MULINO BIANCO".Sulla nostra famiglia si concentrano tensioni che rendono il dialogo sempre piu difficile e teso.I nostri figli daltronde sono sempre più portati a seguire frequenze che esaltano chi si comporta con opportunismo,scorrettezza,inseguendo il succeso a qualunque costo,nel minor tempo possibile senza SACRIFICIO parola scomparsa dal loro vocabolario.

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  9. Parole, gesti, sguardi, ecc...questi sono, per natura, gli strumenti della comunicazione . Ma come sappiamo utilizzati? Dato per scontato che la comunicazione è alla base del vivere sociale, sembra che oggi nella società frenetica che cambia velocemente con tempi sempre più ristretti, non ci sia più tempo per ascoltarsi e ascoltarci. Con i nostri figli, in particolare, abbiamo veramente bisogno di sintonizzarci per capirci, le loro parole, spesso a monosillabi assumono significati che non sempre conosciamo, come dire,......... la lingua si evolve, ci dicono gli esperti!!!!!! Per questo credo che un buon educatore, genitori in particolare, debba sforzarsi per saper leggere negli sguardi dei nostri pre-adolescenti o adolescenti e cogliere le tante esperienze che ci vuole raccontare, i dubbi da chiarire, le emozioni che non sempre riesce a comunicare con le parole. E' un compito veramente difficile, ma credo che possiamo farcela,se crediamo in noi stessi e diamo fiducia anche ai notri ragazzi creando tra noi e loro un'onda su cui navigare insieme.
    IO cerco di insegnare ai miei figli di ricercare sempre il confronto con altri, di rafforzare i rapporti con i loro coetanei per creare legami che possano aiutare a comunicare perchè la condivisione aiuta a crescere e rafforza se stessi.
    Certo,... il cammino è lungo e difficile !!!!!!!!!
    Vi apprezzo veramente per il tema che avete proposto quest'anno!!!
    Tiziana

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  10. Nella nostra famiglia ogni componente può sempre esprimere il proprio parere e ogni decisione viene sempre presa insieme. Ci sono momenti in cui decisioni importanti devono comuqneu essere prese dai genitori, ma questo noi lo facciamo sempre con i figli presenti. Quando uno dei miei figli ha volgia di parlare con me (mamm) tutto il resto passa in secondo piano, mi siedo accanto a lui anche per ore; questo non succede con il papà perché passa molte ore fuori casa per lavoro, però anche lui quando i figli vogliono parlare li sta ad ascoltare.
    I momenti in cui dialoghiamo meno sono al mattino e durante la cena. Si parla molto a pranzo (quando siamo tutti a casa) poi nel pomeriggio, si parla sempre anche dopo cena.
    A cena si parla poco perché il televisore disturba. Il metodo con cui comunico con la mia famiglia è sempre la "parola" perché odio tutto quello che è tecnologico (cellulare e computer) non sò usarli e non voglio imparare ad usare queste diavolerie!

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  11. Ciao Anonimo che non ti ritrovi come stile di vita nella famiglia del mulino bianco. Non ti preoccupare siamo in molti a pensarla allo stesso modo. Anche nella nostra famiglia... a volte... la linea di frequenza per sintonizzarci è out troppi imput esterni, troppe orecchie chiuse (a volte anche le nostre), troppi intressi diversi ma... quando c'è campo ...ti accorgi che i nostri figli pendono dalle nostre labbra e hanno bisogno di un buon custode che insegni a loro i valori fondamentali della vita Amore Umiltà Rispetto.Non stanchiamoci di trasmetterli

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  12. CHE NON SIA MAI CHE NON SI FACCIA UN COMPITO!
    Tanto per essere in tema con il “buon esempio” e la coerenza tra ciò che “facciamo” come adulti/genitori e ciò che “predichiamo” ai nostri figli.
    La comunicazione quella profonda, nella quale “io mi racconto”e “affido il mio essere” ad un altro è un’esperienza molto impegnativa e non basta solo essere loquaci, aperti, chiacchieroni….. ma richiede uno sforzo personale che chiama in gioco anche tanti altri aspetti come l’emotività di chi parla, la fiducia e la stima riposta in chi ascolta. Come in molte cose dovremmo aiutare i nostri ragazzi a non aver paura dello sforzo del raccontarsi e di “proteggere” ciò che stanno cercando di fare per riuscire ad ascoltarsi dentro e a cercare di capire che cosa sta “trasmettendo il loro cuore”.Credo che la fragilità di questo momento meriti tutta la nostra attenzione e abbia il primato sulla quotidianità. Questa è a mio avviso la scelta più impegnativa IL PRIMATO DELL’ESSERE SUL FARE.

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  13. Come genitori riteniamo che lo stile di relazioni che caratterizza la nostra famiglia sia incentrato sul dialogo, sull'ascolto, sul rispetto reciproco. Abbiamo la presunzione di ritenerci attenti ai bisogni dei nostri figli. Forse non è proprio quello che pensano loro di noi quando si descute sul perchè di una decisione o di un "NO" da loro poco accolto. I figli ti aiutano a crscere, perchè se impari ad ascoltarli veramente, ti insegnano ad essere meno arrogante e più umile. Per imparare a conoscerci, ad amarci veramente per come siamo e stimarci vicendevolmente c'è bisogno di saper ascoltare. La loro diversità è la nostra ricchezza. Sabrina e Alberto

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